Recupero e Memoria (Tour In bicicletta)
Di Annamaria D'Adamo
Non puoi costruire se non porti con te una memoria
Il percorso immaginato in bicicletta per ricostruire il ricordo della memoria culturale e sociale del luogo attraversa cinque tappe tra rioni popolari, borghi oasi e zone di campagna.
1.Prima tappa: Rione Spine Bianche - Recupero della tradizione attraversando la modernità
Spine Bianche, quartiere (definito oggi anche “il Bottiglione”) è uno dei quartieri di edilizia residenziale popolare. Fu progettato dagli architetti C. Aymonino, C. Chiarini, M. Girelli, S. Lenci e M. Ottolenghi, che presentarono un sistema di disposizione spaziale secondo il quale ogni edificio fosse posto al centro di un sistema di circolazione e le aree di verde pubblico si alternassero con percorsi pedonali e zone di passaggio; in questo modo infatti, il quartiere non si presentava come un borgo indipendente e a sé stante, bensì come parte viva della città, in grado di dialogare con il tessuto urbano circostante. Un progetto urbanistico che non ha sradicato drasticamente il concetto di socialità vissuto fino ad allora:“il vicinato”. Ancora oggi le aree adibite alla società non vengono intaccate da strutture altre legate alle esigenze economiche. Un luogo dove si è anteposto la socialità all’economia, mantenendo vivi i valori che il quartiere conserva, la sua autenticità nelle relazioni, nonostante il processo periferico di modernizzazione della società.
2.Seconda tappa:Rione Piccianello - Bottega Parblè- Art Ecò - Recupero della materia
La bottega di Parblè-Art Ecò è collocata nel rione Piccianello.Nasce nel 2014 dall’idea dell’artista Paolo Scozzafava. Luogo magico il cui l’arte e l’artigianato tengono conto della sostenibilità dell’ambiente. In una società consumistica il recupero dello scarto prende nuova vita, la materia si trasforma,diventa arte e acquista nuovo valore, una nuova identità. Una rivolta personale che si apre alla collettività; i materiali che riusa,infatti, gli vengono portati dalle persone che non li usano oppure lo stesso artista, a chiamata, si reca nelle cantine e nei locali per procurarseli. Un’operazione fondamentale che mescola l’arte al sociale per cambiare un paradigma, per conservare una memoria.
Terza tappa: Rione San Pardo- Cristo alla Gravinella - Recupero della pura identità
Attraverso una piccola strada incastonata in pareti di tufo, nel rione San Pardo, si giunge ad una piccola Gravina: la Gravinella. Qui percorrendo dei gradini si giunge in un piazzale verde in cui incastrata nella roccia è collocata la chiesa rupestre di Cristo la Gravinella.
È specchio dell’identità dei sassi e della gravina ma, collocato in un luogo altro dove non sono stati fatti adeguamenti infrastrutturali, non sono stati apportati cambiamenti legati alle esigenze turistiche ed è quindi ancora possibile ammirare il core vivido dei Sassi.
Un anfratto di memoria che recupera e conserva una purezza, come a volersi riparare dalla frenesia produttiva dell’uomo.
Quarta tappa: Borgo la Martella - Recupero del rito e della terra
Dopo l'inizio delle lotte popolari per la terra e dopo la pubblicazione di Cristo si è fermato ad Eboli di Carlo Levi, Matera fu al centro dell'attenzione nazionale ed internazionale, come “vergogna nazionale” e come città modello del riscatto contadino.
Nello specifico La Martella, borgo rurale collocato a circa 10 km da Matera, nasce da un progetto di ristrutturazione del tessuto agricolo, e alla sua costruzione sono connessi grandi nomi dell’architettura e dell’ingegneria: Adriano Olivetti e Ludovico Quaroni.
Terra, ambiente e ritualità, in questo luogo, consentono di recuperare un tempo di qualità, non solo nostalgico.
L’uomo si connette alla terra, recupera il tempo dello sguardo. Nella sua apparente arretratezza rivela una apertura alla comunità, allontanandosi dalla trappola di un passo frettoloso.
I profumi e i colori della campagna creano un legame viscerale tra uomo e terra. Unione che si celebra l’1 Agosto nel rito della Crapiata: una festa di comunità in cui,per ringraziare la terra e le sue ricchezze, gli abitanti del luogo portano rimanenze del raccolto( grano,avena,farro,orzo,miglio,ceci,fagioli)per adoperarsi alla preparazione, attraverso quintali di legumi, del tradizionale piatto della Crapiata.
Quinta tappa:Diga San Giuliano - Recupero della spiritualità
La Diga di San Giuliano è una riserva naturale che sorge ,sorge sul fiume Bradano, il primo dei principali fiumi della Basilicata per ampiezza del bacino idrografico.
Dal 2000 è riserva protetta per la presenza di numerose, e in alcuni casi, rare specie animali e nel 2006 ha portato alla luce i resti di una balena, vissuta un milione di anni fa.
Qui l’uomo si connette alla natura romantica e spirituale, forza dinamica e vivente in cui la terra sostiene, si fa scudo dell’acqua elemento legato all’emotività umana.
City: Basilicata, Matera
Language: IT
Content Provider: IDA itinerari d'ascolto